Sapevi che deglutiamo più di 1000 volte al giorno, in media una volta al minuto?
E se in ognuno di questi atti la tua lingua spingesse nel modo scorretto?
La lingua è solo uno dei muscoli che collaborano alle funzioni orali. Per molti motivi, questi muscoli possono lavorare in modo non equilibrato: presenza di vizi orali, utilizzo protratto di succhiotto e biberon, alterazioni gnatologiche, frenulo linguale corto, respirazione nasale difficoltosa sono solo alcuni di questi fattori. Ce ne sono anche di più “curiosi”, apparentemente meno correlati: l’utilizzo intenso di lingue come lo spagnolo o l’inglese, o la presenza di piercing a livello di labbra, lingua e guance, ma anche problematiche emotive.
Quando la condizione di equilibrio muscolare statico e dinamico a livello buccale e facciale non è raggiunta, si parla di SMOF, ovvero Squilibrio Muscolare Oro Facciale.
In ortodonzia, lo SMOF si rende evidente principalmente con alterazioni del morso (ma non solo) causate dalla cosiddetta deglutizione disfunzionale (conosciuta anche con termini non più in uso,
come “deviante” o “atipica”, o più erroneamente “infantile”).
La Terapia Miofunzionale (TMF) è un ramo della terapia logopedica che mira a prevenire, educare, rieducare le
strutture buccali e facciali, e permette di curare le disfunzioni a livello di schema respiratorio, masticatorio e deglutitorio. Consiste in una riabilitazione modellata individualmente
su ogni paziente, e che avviene mediante esercizi, ausili e stimolazioni propriocettive. Il percorso viene progettato dal logopedista in seguito ad un’accurata valutazione iniziale, che
permette di osservare su quali criticità si concentrerà l’intervento.
Il paziente collabora alla terapia in modo attivo, ripetendo a casa le attività proposte e mantenendo attive le strategie che favoriscono la generalizzazione dei
risultati conseguiti. Ecco perché più il paziente è piccolo, più sarà necessario un attento monitoraggio da parte dei suoi caregiver.
La TMF può essere svolta pre o post terapia ortodontica: se svolta prima, permette di ridurre e gradualmente eliminare le interferenze negative
derivanti dallo squilibrio esistente; se svolta durante (solo se possibile) o dopo l’intervento ortodontico, aiuta a migliorare l’equilibrio delle strutture legate alle funzioni orali, e a
mantenere costante il nuovo assetto anatomico raggiunto. Il risultato è quindi la stabilizzazione nel tempo dei risultati raggiunti dal lavoro dell’ortodontista, con riduzione dei tempi di
trattamento e altissima diminuzione del rischio di recidive.
Durante il percorso logopedico viene data inoltre particolare attenzione alla respirazione. Uno schema respiratorio prevalentemente orale, infatti,
porta ad una postura linguale bassa o addirittura interposta fra le arcate dentarie, responsabile di morso aperto e connessa ad un ridotto accrescimento dell’arco palatale. Anche
l’articolazione di alcuni fonemi, se viene effettuata con un’alterata postura linguale, oltre a dare effetti antiestetici risulta correlata ad una disarmonia nei movimenti
linguali (e può produrre conseguenze dirette su anatomia e funzionalità buccali).
La TMF, puntando al riequilibrio dello SMOF e alla stabilizzazione di schemi orali fisiologici, può avere un’azione benefica anche in altri ambiti,
ad esempio nella riduzione del russamento o nella terapia della disfonia (problemi della voce).
Risulta evidente come una TMF efficace vada impostata e monitorata in un lavoro di équipe multidisciplinare.
Il team che si prende cura dello SMOF, oltre a ortodontista e logopedista, può includere anche gli specialisti che si occupano delle problematiche correlate:
otorinolaringoiatra, foniatra, ortopedico, pediatra, chirurgo maxillo-facciale, posturologo, fisiatra, fisioterapista, osteopata sono le figure principalmente coinvolte.
Il progetto si realizza dunque secondo un concetto di sinergia. Il termine viene dal greco “syn”, insieme, ed “ergon”, opera,
azione: quindi significa “agisco insieme a”, vale a dire collaboro. Un gruppo di lavoro sinergico amplifica ed accelera i risultati in tutti gli ambiti: in quello medico
sanitario, delinea la chiave di successo per un’efficiente ed efficace presa in carico del paziente.
©Fabiana Nisoli
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